senza titolo con sottotitolo

senza titolo con sottotitolo

quando il processo è metà dell’opera

 

 

ARTISTI
Gabriella Cinciamino, Zoltan Fazekas, Alessandro Gagliardo

PERIODO
14 / 21 marzo 2010. Domenica 21 marzo ore 18.00/20.00 o su prenotazione

VERNISSAGE
domenica 14 marzo 2010, h 19.00

CURATORE
Alessandra Ferlito

TRADUZIONI
Martina Pulvirenti

“Senza titolo con sottotitolo. Quando il processo è metà dell’opera” è il nome della collettiva che verrà presentata il 14 marzo presso gli spazi dell’associazione BOCS di Catania, dedicata alle pratiche di ricerca che stanno alla base dei lavori di Gabriella Ciancimino, Zoltan Fazekas e Alessandro Gagliardo.
I tre progetti in mostra provengono da esperienze, maturazioni, livelli di percezione ed elaborazione differenti; diverse le origini degli autori, distanti i loro percorsi come le aspettative. Ciononostante, essi presentano delle indubbie affinità metodologiche e contenutistiche; sono supportati da una precisa progettualità e da solide basi teoriche; ma soprattutto rivelano un comune approccio alla ricerca, che vede nell’osservazione un momento fondamentale del processo creativo, e rintraccia nel processo stesso un potenziale (etico ed estetico) inaspettato. L’opera, in sostanza, sarebbe già insita nel processo di ricerca messo a punto per la sua realizzazione e, perché la ricerca possa risultare completa, è necessario partire da una attenta osservazione di tutti gli elementi in gioco.
L’osservazione è una pratica complessa. Richiede la concentrazione dell’attenzione su una specifica entità e l’estrazione, da quella entità, di specifiche informazioni. Talvolta l’osservazione assume il carattere della militanza, ed è proprio quello che sembra accadere nel caso di questa collettiva, se si considera il grado di coinvolgimento che si instaura tra l’autore, la sua materia d’indagine e il suo prodotto finale. Visto da questa angolazione, se non sfacciatamente scientifico, il movente che anima questi progetti artistici appare affine a quello delle sperimentazioni avviate negli ultimi decenni in ambito antropologico e sociologico. La natura sperimentale di ogni singola ricerca diventa, poi, lo spunto per concepire l’esperienza espositiva nel suo insieme come un ulteriore momento di indagine, collettiva e interattiva.

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Gabriella Ciancimino
(Palermo, 1978) vive e lavora a Palermo
La sua ricerca è focalizzata sul concetto di “relazione”, da cui deriva la tendenza a concepire l’opera come momento di incontro/confronto tra individui. Da anni, presta particolare attenzione alle problematiche che stanno alla base della comunicazione. Nel 2006 ha partecipato al Genio di Palermo con Lezioni di Napoletano, una performance volta alla riflessione sui dialetti e sulla lingua come momento principale del relazionare umano. L’anno successivo, con Canta che ti passa, è stata ospite della Galleria Francesco Pantaleone di Palermo, all’interno della quale ha ricreato una vera e propria pizzeria con tanto di Karaoke aperto al pubblico. Nel 2008 un’altra azione collettiva, Okkio per okkio sessantaquakkio, diventa strumento – e momento – di indagine artistica e sociale, partendo dal dato linguistico. I lavori più recenti partono dalla riflessione sul senso di nomadismo e sul sentimento di nostalgia, da cui nasce la consapevolezza della propria identità geografica.

Zoltan Fazekas
(Budapest, 1969) vive e lavora ad Acireale (CT)
Partendo dalla fotografia documentaristica, dall’utilizzo di immagini trovate e di foto appartenenti all’archivio di famiglia ha sviluppato, sin dagli anni ottanta, una ricerca incentrata sulle potenzialità dell’immagine fissa e in movimento. Lo studio della pellicola fotografica lo ha portato alla frammentazione del soggetto e alla sua riproposizione in fase di post produzione e montaggio. Con il video (digitale e, più recentemente, in Super 8) e le installazioni propone un linguaggio che, al di là dei limiti dello scatto, allarga la visione verso il movimento e il suono. Nel 2006, con un gruppo creativo indipendente, crea la rassegna nomade La paura mangia l’anima, appuntamento mensile non fiction di video, radiodrammi, diaporami. Dallo stesso anno collabora con il collettivo canecapovolto alla realizzazione di alcuni progetti, esponendo alla Galleria Civica Montevergini di Siracusa, all’Auditorium Parco della Musica-Fondazione Musica per Roma, galleria francescopantaleone arte contemporanea di Palermo, galleriagianlucacollica di Catania.

Alessandro Gagliardo
(Paternò, 1983) vive e lavora a Paterno’ (CT)
Figlio, insieme a due fratelli, di un artigiano inventore e di una insegnante ha conseguito nel 2002 la maturità scientifica. Negli anni dell’adolescenza ha avuto l’occasione di conoscere e collaborare con una maestraenza del novecento, lavorando in camera oscura presso lo studio fotografico di Mariano Gennaro. Durante un viaggio in Repubblica Ceca, scopre la «sequenza» sviluppando un rullo da 24 pose in cui un unico soggetto era ripreso in un susseguirsi di movimenti. Ne scaturì un interesse per l’argomento. Tornato in Italia insieme a Christian Consoli, Antonio Longo e Giuseppe Spina fonda la malastrada.film, un centro autonomo di ricerca cinematografica, che per cinque anni ha lavorato sulla ridefinizione e la sperimentazione di pratiche inerenti la produzione e la distribuzione del cinema di ricerca, ottenendo notevoli risultati in Italia come in altri paesi.
Da più di un anno vive in campagna, dove, insieme a Maria Helene Bertino porta avanti diverse ricerche. Nonostante sconosca i cicli della natura e le sue leggi, si definisce contadino ed aspira a diventare pastore o, diversamente, a scomparire, come si suol dire, prematuramente.

 

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

  • © Photo by Zoltan Fazekas

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